EOS Taormina 2024: protagonisti del design
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By: Marco Ciccarelli
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17 Ottobre 2024
EOS Taormina 2024, è l’Expo Ottica Sud che si svolgerà dal 19 al 21 ottobre 2024 e ci vedrà tra i protagonisti dell’eyewear italiano. La manifestazione giunge quest’anno alla sua nona edizione e avrà luogo nuovamente nel grande centro Palalumbi della città ai piedi dell’Etna.
Ci aspettano ben 4400 metri quadri di esposizione, che saranno occupati, oltre che da ARU Eyewear, da molti dei più importanti stakeholder dell’occhialeria del Mezzogiorno.
Tra le meraviglie naturali dell’Isola bella e delle grotte di alcantara, ed il fascino senza tempo dell’antico teatro greco, la nostra founder & CEO, l’architetto Daniela Verazzo, è pronta a tuffarsi con l’entusiasmo di sempre in questa nuova esperienza.
EOS Taormina 2024: quando il made in Italy dell’eyewear viene dal Sud
Come spesso capita nel corso dei nostri incontri, l’architetto Daniela Verazzo è impegnata contemporaneamente in due attività. Mentre impartisce al telefono le ultime indicazioni sullo stand, è intenta a scarabocchiare qualcosa su un foglio. Forse è ispirata dal panorama di Taormina, così ricco di colori accesi, come cristallizzato in un’eterna estate. O, magari, sta già tratteggiando qualche bozza per una nuova collezione. Potrebbe essere solo un modo come un altro per scaricare la tensione, visto che “un professionista che ottiene dei risultati e smette di emozionarsi, non sarà mai un vero protagonista”: parola di Daniela.
Ed EOS è certamente quel tipo di evento per il quale un imprenditore dell’occhialeria non può non provare una forte emozione.
Che tu sia stato alle fashion week di Dubai e Milano, qui c’è un’aria diversa, perché “… sei a casa tua, con le persone che in qualche modo sono più vicine a te. Proveniamo tutti dal Mezzogiorno d’Italia, qui, ed è un po’ come una rimpatriata, una grande, grandissima tavolata dove ciascuno di noi porta tutta la creatività e l’ispirazione raccolte in giro per il mondo”.
Qual è lo scatto in più, se così possiamo dire, che l’occhialeria italiana riesce a fare grazie agli imprenditori del Mezzogiorno?
“Esistono tanti luoghi comuni a riguardo, ma posso affermare che i più lusinghieri di questi sono tutti assolutamente veri. La creatività, tanto per cominciare: sembra proprio che ci sia una capacità di trovare ispirazione da fonti ed in modi talvolta inaspettati. In secondo luogo, un desiderio forse atavico di ‘solcare i mari’, detta in modo sfacciatamente romantico. Abbiamo un mordente e un’attitudine alla scoperta, oltre che uno slancio a volerci rapportare con chi è altro da noi, che pochi posseggono. Ma c’è un valore tanto antico, per noi, quanto oggi nuovo, ed è la sostenibilità. Basta guardarsi attorno adesso. Guardate cos’è Taormina! In qualche maniera ci sentiamo profondamente legati alla natura, ed io, come architetto, me ne sento costantemente ispirata.”
EOS 2024 incontrerà anche il tema della sostenibilità?
“Suppongo che se ne parlerà, voglio che se ne parli!”.
Daniela Verazzo è perentoria in un modo tutto suo. Nell’affermare ciò a cui tiene, chiude e riapre la mano come se avesse catturato materialmente il concetto che non vuole farsi sfuggire, per poi liberarlo verso chi l’ascolta. Gli occhiali le conferiscono un’aria severa, smussata solo da quel barlume negli occhi che ha quando si racconta attraverso le cose importanti per lei.
Ci risponde a quest’ultima domanda con un piglio che unisce idealismo e pragmatismo:
“L’eyewear italiano rappresenta il 25% della produzione mondiale, vuol dire che un quarto degli occhiali del pianeta viene da noi. Qualcuno ha veramente idea di quante città grandi il doppio di Taormina si potrebbero riempire con questa mole di prodotto!? Ecco, se qualcuno visualizza quest’immagine solo in termini di profitto, qualcun altro, io sicuramente, la vede come una potenziale catastrofe. EOS dovrebbe rientrare nel novero di quegli eventi in cui noi operatori facciamo il punto anche sull’impatto ambientale di ciò che produciamo.”
La spinta dell’architetto Verazzo a prendere posizione sul connubio tra occhialeria italiana e valore della sostenibilità, per fortuna, incontra oggi lo state of mind di quasi tutti gli imprenditori di settore.
Da canto suo, Daniela, utilizza materiali come l’acetato bio, e ne ha fatto il punto focale della collezione Natoorì, ispirata proprio ai temi della natura e dell’ambiente. Come ha spesso tenuto a sottolineare “La Terra è il retaggio che ci passiamo attraverso le generazioni. Per chi produrremo più oggetti creativi e ispirati se lo distruggiamo? Cosa resta di tutta questa bellezza che cerchiamo di catturare con gratitudine nel nostro lavoro?”.
Mentre si mettono a punto i dettagli per cominciare l’avventura di EOS 2024,
Daniela sceglie per qualche minuto di allontanarsi dai preparativi e muoversi in solitudine verso il borgo. Le chiediamo soltanto, prima di salutarla e augurarle in bocca al lupo, se abbia da fare qualche chiamata di lavoro in un posto più riservato.
“No, per dieci minuti il lavoro non c’entra. O forse si, voglio solo raccogliere le idee lontana da qui: sapete che dal teatro greco si vedono sia la costa che l’Etna?”
Nel dirlo, si allontana sorridendo, come se ci avesse lasciato un messaggio da cogliere. Forse ha a che fare con il modo in cui natura, architettura e bellezza si incontrano in quel punto preciso, a due passi dalla fiera di settore più importante del Meridione. La lasciamo dirigersi al teatro greco, a raccogliere con i propri occhi tutto lo spirito e la motivazione per cui ha scelto di esserci.
Anzi, le ragioni per cui ha scelto di essere chi è diventata oggi.
Update: vi lasciamo con l’esclusiva intervista all’architetto Daniela Verazzo direttamente dall’EOS 2024!